lunedì 13 giugno 2016

"Nessun cactus da queste parti" Mirko Tondi (2016)





LA TRAMA:
Porto Rens,"una moderna Gotham,la caricatura di una degradata metropoli inesistente".
Qui,a circa 100 anni da oggi,
un detective in crisi esistenziale fronteggia i suoi fallimenti,
inseguito dal fantasma di una logorante dipendenza alcolica e da quello di Dana,
la donna che l'ha mollato ormai da tempo.
Il riscatto,però,è dietro l'angolo.
Ed ecco un nuovo caso per lui:
c'è da trovare un ladro di nomi.
Non è roba da poco.
Una volta lo chiamavano drago.
Adesso sta per tornare.

IL MIO GIUDIZIO:
Se dovessi descrivere con una sola parola l'ultimo romanzo di Mirko,
sarebbe "alternativo".
"Nessun cactus da queste parti" si configura,infatti e senza dubbio,
come un libro diverso da tutti gli altri.

Ambientato in una New Orleans (che però ha preso il nome di Porto Rens) del futuro 
(siamo negli anni a cavallo fra il 2115/2116...100 anni esatti rispetto ad oggi),
lo scrittore ci racconta di una società apocalittica e surreale:
la geografia mondiale è stata completamente stravolta,
così come lo sono stati i valori ed i modi di vivere.
La malavita ha definitivamente preso il posto dell'onestà.
Tutto è tecnologico e fantascientifico ma mancano le cose basilari ed essenziali:
ad esempio,la carta è diventata ormai una rarità introvabile,
sostituita dalla plastica;
la droga è invece ufficialmente legale,
poi,però, si fa fatica a recuperare un pacco di sana e naturale farina.

Ogni cosa è nelle mani di una sorta di capoclan mafioso,
il temutissimo quanto ridicolo Don Cazal,
(con l'accento rigorosamente sulla seconda "A",mi raccomando!
Non sia mai di chiamarlo Don Càzal,con l'accento sulla prima "A"...c'è da passare dei guai seri!).
Egli è a capo di tutto,comanda tutto,ciò che esce dalla sua bocca è vangelo e non c'è niente che non sia in suo possesso.
Un Berlusconi 2.0,praticamente!

Improvvisamente,in questo avveniristico e desolato paese,
qualcuno si diverte a rubare i nomi e le identità delle persone.
A risolvere il busillis viene chiamato il "Drago",
un investigatore un pò avvinazzato e raffazzonato,
che sa di essere un mezzo fallimento ma non lo nega...
anzi,con disarmante umiltà,
ci scherza sopra e per questo non può non risultare simpatico.

Rimessosi in piedi,alla belle e meglio, dai bagordi alcolici,
recuperati un impermeabile,un taccuino (di carta,incredibilmente!) e una pistola,
segni indistinguibili del suo mestiere,
il buon Drago si mette all'opera e,
anche grazie a una sedia elettrica trasformata in fantomatica macchina del tempo
da un giapponese troppo precisino e saccente per risultare simpatico come il Doc di "Ritorno al futuro",
inizia a viaggiare nelle varie epoche,
arrivando persino a incontrare un esaltato Jimi Hendrix e,
nella Firenze della finale dei Mondiali di calcio 2006,lo stesso autore del romanzo.

Nonostante in alcuni punti risulti un pò dispersivo,
a cause delle tante digressioni in cui si perde il protagonista,
l'ho trovata un'opera decisamente originale ed innovativa,
che avvince sin dalle primissime pagine.

A fine lettura,un solo dubbio mi è rimasto:
ma quanti anni pensa di campare ancora, Al Pacino????!!!!

PS: ringrazio ancora Mirko per la fiducia che ha riposto in me,
chiedendomi di leggere e poi recensire il suo nuovo componimento!


IL MIO VOTO:
Alternativo,originale,ironico e innovativo.
Consigliato!
A chi ama i gialli e le storie noir,ma non solo!

LO SCRITTORE:






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